Ricognizioni aerofotografiche

Il Gruppo Archeologico Vercellese ha sperimentato la ricerca aerofotografica già negli anni Settanta con interessanti risultati. Gli alti costi del mezzo aereo non hanno però permesso all'Associazione di proseguire in modo continuativo tale attività. Solo nel 1991 il progetto dedicato al censimento delle località fortificate del territorio ha permesso l'uso della ricognizione aerofotografica impiegata su vasta scala per un periodo di alcuni anni con risultati di notevole portata. Presentiamo qui due esempi delle ricognizioni degli anni Settanta che hanno permesso l'individuazione del fossato di un villaggio dell'Età del Bronzo a Rive e dei resti del castello di Monformoso nei pressi di Villarboit.

Il Gruppo aderisce al Centre Interdisciplinaire de Recherches Aeriennes (C. I. R. A.) che ha sede a Bruxelles. Il censimento aerofotografico delle località fortificate del Vercellese è stato inserito nella ricca biblioteca specializzata del Centro, l'unico in Europa ad occuparsi esclusivamente delle tecniche di prospezione aerea.

 

 

 

Villaggio dell'Età del Bronzo - comune di Rive (VC)

Collina del castello di Monformoso - comune di Villarboit (VC)

Corte altomedievale di Torcello - comune di Casale Monferrato (AL)

Castello di Miralda - comune di Moncrivello (VC)

 

 

 

 

 

 

 

 
 

Villaggio dell'età del Bronzo

Comune di Rive - riprese luglio 1979

 

 
 

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Collina del castello di Monformoso

Comune di Villarboit - riprese giugno 1979

 

Monformoso

Tipo: castello.

Localizzazione: comune di Villarboit. Località Cascina Monformoso, ad ovest di Villarboit, in direzione di Balocco.

Superficie: 1500 mq.

Attestazione: 1561, ma certamente anteriore (Sommo 1984, p.53).

Del castello di Monformoso non resta più nulla in elevato. Solo la forma del colle su cui sorse e le tracce delle murature perimetrali visibili dall'alto, in particolari condizioni stagionali e vegetazionali, possono, con l'aiuto dei rari documenti d'archivio, fornire i dati per ricostruirne induttivamente l'aspetto e la forma. Il luogo di Monformoso pare fosse, nel XII secolo, possesso di un ramo dei Biandrate che aveva assunto il predicato "di Monformoso", successivamente, nel 1170, la giurisdizione sarebbe passata agli Avogadro (Sommo 1984, p. 52). è solo nel testo del documento di investitura del castrum, villam et districtum Montisformosi al Tommaso Langosco, conte di Stroppiana, del 1561, che è fatta esplicita menzione di una fortificazione, anche se vari indizi permettono di supporne l'esistenza fin dal XIII secolo.

Fu proprio il Langosco che, acquistando i diritti su Monformoso e Villarboit per bonificare i terreni mediante la derivazione di un canale, provocò il graduale abbandono del castello e del borgo di Monformoso, privilegiando il vicino centro di Villarboit quale sede del nuovo tenimento. La lenta decadenza del luogo di Monformoso e del suo castello, al quale probabilmente si affiancava un piccolo borgo (Ferreri Sommo, 1984, p. 92), proseguì nel tempo fino al XIX secolo. Un documento del 1770 (Sommo 1984, p. 59, nota 85; Coppo d'Inverno 1982, p. 72, tav. X) mostra le rovine del castello che, verso la fine del secolo successivo, saranno completamente spogliate per recuperare terreni adatti al bosco ceduo. Il contorno del corpo di fabbrica è, infatti, ancora visibile in un rilevamento della zona del 1859 (Sommo 1984, p. 59, nota 86, fig. a p. 60).

A nord del castello, separato da una via di accesso tagliata nell'altura, doveva essere dislocato il piccolo borgo fortificato, costituito da abitazioni disposte ordinatamente lungo un asse viario centrale. Dalle arature in tale area sono emersi frammenti di ceramiche databili dalla metà del XV al XVII secolo (Ferreri Sommo 1984, p. 94 sgg.). Il tracciamento del canale Cavour ha infine intaccato l'integrità del supposto perimetro del borgo, e l'autostrada Torino-Milano, poco più a nord, ha sfiorato il luogo in cui era ubicata l'antica parrocchiale, dedicata a S. Andrea, frazionando ulteriormente l'integrità dell'antico distretto. Se si fosse conservato fino ad oggi il castello di Monformoso sarebbe probabilmente confrontabile, per dimensioni e dislocazione, con i piccoli edifici di Castelletto Cervo e Mottalciata, costituiti da unico fabbricato raccolto intorno ad una piccola corte. Il mastio doveva essere collocato presso l'ingresso del recinto, in posizione avanzata, e collegato con l'abitazione signorile. Attualmente il sito presenta un notevole interesse archeologico.L'aerofotografia, eseguita nel più favorevole momento stagionale, mostra con chiarezza la conformazione artificiale dell'altura e la traccia dei muri perimetrali, la cui presenza influenza lo sviluppo del bosco. Nessuna evidenza significativa appare, invece, nell'aerea del borgo, dove le tracce degli edifici sono rilevabili al suolo per l'abbondante presenza di ciottoli di fiume e laterizi risultanti dalle arature, nonché da sporadici frammenti di ceramiche.


Corte altomedievale di Torcello

Comune di Casale Monferrato (AL) - riprese del 1992-1993

 

Torcello

Tipo: castello.

Localizzazione: Comune di Casale Monferrato (AL), frazione Torcello.

Superficie: non determinabile.

Attestazione: 1213 (Mandelli 1857, I, p. 50).

Torcello è nominata per la prima volta in un diploma del 999, nel quale viene confermata la donazione della corte di Torcello alla Chiesa di Vercelli, "confirmamus, sicut Liutprandus rex donavit", dal che si dedurrebbe che la località fosse già di una certa importanza in epoca longobarda (Durandi 1724, p. 341). Il luogo di Torcello-Rolasco è costituito attualmente da un insieme di case rurali sparse. Nel 1213 vi esisteva però un castello con due torri; infatti nella cerimonia di consegna delle chiavi e di esposizione del vessillo del Comune di Vercelli, seguita agli accordi con i comuni di Vercelli, Alessandria e Milano, che prevedeva la presa di possesso delle fortificazioni da parte dei Vercellesi, sono esposti i vessilli &laqno;sopra entrambe le torri del castello» (Settia 1984, p. 403).

Un documento del 1224 attesta che gli uomini di Rolasco costruivano in quell'anno i fossati del castello e del ricetto, prestando servizi di guardia agli spalti del castello e del borgo (Viglino Davico 1979, p. 119). Delle fortificazioni di Rolasco è ancora visibile una torre, inglobata in un edificio residenziale, costruita con pietre alternate a mattoni e ampiamente rimaneggiata (Viglino Davico 1979, p. 119). Non sembra comunque possibile confondere la situazione di Rolasco con quella di Torcello. La ricognizione aerea ha permesso di individuare il rudere di una torre presso la chiesa di S. Clemente, nella zona che ha conservato il toponimo di Torcello, indicando la presenza di una fortificazione che doveva interessare tutta la superficie del poggio. La torre ha pianta quadrangolare, è costruita in pietra e non ha grandi dimensioni. Presenta sul lato meridionale un'apertura elevata, ricostruita in mattoni in epoca tarda. La parte piú antica della chiesa, ampiamente ricostruita, è l'abside, che mostra tuttora strutture romaniche. La veduta aerea sottolinea chiaramente l'esistenza di un recinto, che probabilmente inglobava l'intero complesso. Inequivocabili, inoltre, i molti segni di capanne a pianta circolare sul declivio a N-E del colle.

 
 
 

Castello di Miralda

Comune di Moncrivello (VC)

 
 
 

Uliaco e Miralda

Tipo: castello.

Localizzazione : Comune di Moncrivello, sulle alture a nord di Villareggia.

Superficie: 2000 mq., sulla base della parcellazione.

Attestazione: 997 (Panero 1978, p. 100).

Il primo documento in cui è nominato il villaggio e il castello di Uliaco è un atto del 997, nel quale il vescovo di Vercelli Adelberto cedette ai figli del fu Restaldo di Uliaco due pezze di vigna situate in Uliaco, in cambio di altre terre in territorio di Cigliano e Clivolo (Panero 1978, p. 100). Una delle vigne iacet prope iam dicto castro Uliaco.

Era dunque già presente un castrum e un centro abitato con propria giurisdizione a Uliaco sul finire del X secolo. Ottone III, con il diploma del 999, restituiva al vescovo di Vercelli le terre sottratte da Arduino d'Ivrea, confermando la giurisdizione vescovile su diverse terre del Vercellese, fra le quali Uliaco, che pertanto fin dal secolo X doveva essere possesso della Chiesa vercellese. Ebbero giurisdizione in Uliaco anche i Biandrate, che donarono i loro possessi al capitolo eusebiano alla fine del XII secolo. A partire dal 1170 il capitolo accrebbe i propri possessi in Uliaco mediante acquisti e donazioni e con l'investitura dei beni che nel luogo possedeva il monastero di San Nazzaro. Dalla prima metà del secolo XII la comunità di uomini liberi di Uliaco aveva dato vita ad un piccolo comune rurale per contrastare l'azione signorile di accorpamento fondiario. Tale comunità entrò nella sfera del Comune di Vercelli, che aveva acquisito dal vescovo la giurisdizione sul territorio. Vercelli si premunì nei confronti di Ivrea, che aveva in Uliaco e nella zona giurisdizione ecclesiastica, ottenendone, nel 1202, il riconoscimento dei propri diritti nelle località di Alice, Logge, Meolio, Arelio, Erbario e Uliaco. Nei documenti del Duecento il castrum di Uliaco si viene a identificare con il &laqno;castello di Miralda» e i castellani sono detti domini de castro Miralde, località che diviene il fulcro del potere vescovile nella zona. Probabilmente il castrum di Uliaco e il &laqno;castello di Miralda», come ritiene il Panero, sono designazioni diverse della stessa fortificazione (Panero 1978, p. 104). Ne furono infeudati in parte i Bondonni nel 1182, che tentarono di contrastare la politica comunale di affrancamento, creando a Miralda un centro di potere fondiario. Nel 1261 il Comune di Vercelli, per sottrarre alle signorie locali le popolazioni di Uliaco, Villareggia e di altri centri vicini, deliberò la costruzione del burgum novum Durie, in terreni di proprietà della comunità di Uliaco. Il borgo franco ebbe però vita breve, ma dovette comunque provocare il graduale abbandono di Uliaco e Miralda. Nel 1428, quando Domenico Bondonni cedette i diritti sul territorio di Uliaco e Miralda, Uliaco è definito poderium, senza indicazione di centri abitati, e il castello di Miralda compare come dirrupto (Panero 1978, p. 109).

Attualmente del castello non resta che la traccia di fortificazione circondante il colle, con la chiesa di S. Maria situata ad un'estremità e probabilmente compresa nel perimetro. Un poco piú a sud è visibile la chiesetta di S. Martino di Uliaco, in territorio di Villareggia. L'interesse del sito è soprattutto di tipo archeologico.

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