Chiesa e convento di San Cristoforo

 

 

 

Nello stesso luogo sorgeva, già fin dal XII secolo, una piccola chiesa dedicata allo stesso santo, concessa verso il 1150 agli Umiliati dal vescovo Gisolfo. Nel 1515 la chiesetta venne abbattuta per la costruzione dell'attuale edificio, consacrato l'anno successivo. Nel 1571 l'ordine degli Umiliati venne soppresso e la chiesa ceduta dapprima ai Gesuiti e poi nel 1581 ai Barnabiti, che l'abbandonarono solo nel 1853 con la chiusura delle scuole che loro erano state affidate dal Comune.L'edificio conserva l'originaria struttura a tre navate con tiburio, transetto e presbiterio, quest'ultimo definito da una balaustra a marmi policromi eseguita su progetto di Filippo Juvarra. Alcune altre decorazioni seicentesche furono aggiunte dai Padri Barnabiti che officiavano la chiesa in quel periodo.

La chiesa di S. Cristoforo custodisce un inestimabile tesoro pittorico del secolo XVI: lo straordinario ciclo di affreschi di Gaudenzio Ferrari (1471-1546), pittore appartenente alla celebrata scuola vercellese del Rinascimento, molto attivo in Piemonte e Lombardia nella prima metà del Cinquecento.

Gli affreschi sono situati nelle cappelle laterali del transetto, la pala lignea sulla parete di fondo dell'abside e l'Assunzione sono pure del Gaudenzio Ferrari. Il tutto venne realizzato in circa tre anni e mezzo.

La Cappella della Beata Vergine comprende i seguenti riquadri:

la Sibilla

la natività della Vergine

lo sposalizio della Vergine

l'Annunciazione

l'adorazione dei pastori

S. Nicola di Bari e S. Caterina da Siena

l'adorazione dei Magi

La cappella della Maddalena (che ha purtroppo subito danni dalle cannonate dell'assedio francese del 1704) comprende i seguenti riquadri:

la predica di Gesù

la santa asciuga con i capelli i piedi del Maestro

l'accoglienza del principe di Marsiglia

la morte della santa

la crocifissione (sulla aprete di fondo della cappella)

Nella Cappella Maggiore:

è l'ancona della Madonna degli Aranci

l'affresco dell'Assunzione della Vergine.

Va ricordato infine che l'annesso palazzo, ora sede della Prefettura e dell'Amministrazione Provinciale, fu sede del Comune dal 1802 al 1816 (anno in cui si trasferì nella sede attuale) e sede della Prefettura e dell'Intendenza del "Dipartimento della Sesia" nel periodo napoleonico

La splendida "Sala delle tarsie", che oggi ospita il Consiglio Provinciale, fu la Biblioteca dei Padri Barnabiti.

gs

 

 

 

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