Vercelli.


L'area necropolare, emersa nella primavera di quest'anno, si trova in una zona di intensa urbanizzazione ed è stata fortunosamente risparmiata sia dalle moderne costruzioni, sorte quando ancora non esistevano controlli archeologici preventivi, sia dalla selvaggia spoliazione compiuta negli anni '70 - '80 del secolo scorso dall'attività indisturbata dei tombaroli. Pensando a quanto è andato perduto per l'indifferenza, l'insipienza e la connivenza che, sotto gli occhi di tutte le autorità preposte, hanno allora provocato un danno irreparabile al patrimonio archeologico di Vercelli, occorre ora che si faccia ammenda e si destini qualche risorsa in più per conservare degnamente qui al MAC, convenientemente ampliato, quanto si viene recuperando dei tesori dell'antica città romana.
Riportiamo l'articolo apparso su La Sesia del 23 settembre corredato da immagini di indubbio interesse. Articolo e foto da La Sesia 23 settembre 2016.

 

da "La Sesia" del 23 settembre 2016

 

Ecco l'estensione della necropoli sulla via per Eporedia con l'indicazione dei ritrovamenti noti.

Vercelli. Fra i tesori della necropoli emerge un oggetto estremamente prezioso.

Un balsamario a sezione esagonale, in vetro azzurro opaco, ascrivibile alla produzione siropalestinese di vetro soffiato dentro matrice della prima età imperiale, emerge dalla foto di Vercelli Oggi del 23 settembre (foto 1 e 6).
Un esemplare simile è conservato al castello visconteo di Pavia (foto 2) e uno, pressoché identico, al Penn Museum dell'Università della Pennsylvania (foto 3,4,5)
(
http://www.penn.museum/collections/object/236865 ) .

L'oggetto attesta e ribadisce la ricchezza dei corredi funerari vercellesi che avevano già rivelato l'anforetta in pasta vitrea di Via Testi, ora al MAC (foto 7 A. Cherchi a sin), e la tazza di Ennione.
I corredi recuperati e quelli che verranno dal proseguimento degli scavi torneranno a Vercelli solo qundo il MAC avrà gli spazi necessari all'esposizione. Quindi vogliamo iniziare a lavorarci?

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